Le battaglie per la tutela dei diritti di autore o dei prodotti dell’ingegno umano sono una variante del tema più generale della difesa della proprietà dal furto.
Quando si ruba un bene materiale si parla di furto, quando si ruba un bene intellettuale si parla di plagio o di pirateria. Non è solo questione di “sfumature”. Nell’immaginario collettivo il pirata è più simile ad un eroe che a un ladro e spesso diventa leggenda o addirittura un esempio di giusta rivalsa dei poveri contro i ricchi: non ladri, dunque, ma pirati, corsari, bucanieri o giustizieri solitari come Robin Hood.
Generazioni di ragazzi hanno giocato a “guardie e ladri” cercando di non stare dalla parte delle guardie; la ricerca di autonomia, di libertà porta alla ribellione ed alla trasgressione. Poi si cresce ed il processo di omologazione rischia addirittura di andare oltre il dovuto sacrificando quella giusta dose di senso critico e di ribellione che sono il sale della vita. E la vita è proseguita così per milioni di anni.
Il furto dei poveri a danno dei ricchi non preoccupa molto perché è “storico”, conosciuto, represso dalle norme e dalle forze di polizia ma a volte anche “giustificato” da stati di miseria e di povertà che impongono riflessioni sulla cattiva distribuzione delle ricchezze nel mondo.
Deve preoccupare l’opposto, ovvero, il furto dei ricchi a danno dei poveri.
Le guardie sono al servizio del potere e spesso riescono a catturare i ladri ma quando chi ruba coincide con chi dà gli ordini ci sono forti possibilità che i ladri restino impuniti.
Quando a rubare sono i potenti l’oggetto del furto cambia, è più raffinato, e quando si parla di tecnologia, di innovazione, di sviluppo e di ricerca applicata i potenti non si limitano a brevettare i prodotti dell’ingegno umano ma puntano a brevettare i prodotti della Natura o, per i credenti, il prodotto dell’ingegno di Dio.
Da qualche anno le grandi multinazionali hanno trovato il modo di proteggere i loro investimenti in ricerca brevettando “tal quale” ciò che esiste in natura, non nuove scoperte legate all’ingegno dell’uomo.
Brevettare la natura significa impedire ad altri di usare ciò che è “naturalmente” disponibile, speculare sull’impiego di risorse libere fino ad arrivare a “modulare” la crescita e lo sviluppo dell’economia nelle varie aree del mondo. Una follia!
Tutto ciò è già accaduto e continua ad accadere con gli organismi geneticamente modificati ma riguarda anche i settori della chimica e delle energie.
Seppure con presupposti diversi sta accadendo qualcosa di simile con la spinta alla privatizzazione delle risorse primarie: i potenti hanno capito che il futuro delle nazioni non dipende soltanto dal petrolio o dall’uranio ma anche, e sempre più, dalla disponibilità di cibo e di acqua.
I cinesi stanno cementificando il loro territorio con poli urbani da milioni di abitanti ed infrastrutture di collegamento ma stanno comperando terreni in Africa per garantirsi la produzione di alimenti; la Banca Mondiale sostiene la privatizzazione dell’acqua nei Paesi in via di sviluppo e sostiene che le guerre nel ventunesimo secolo saranno guerre per l'acqua.
E’ in atto una battaglia mondiale per l’accaparramento delle risorse energetiche e delle risorse alimentari la cui produzione, come è noto, richiede suolo fertile, risorse idriche sufficienti e ambiente accettabile. Il saccheggio delle risorse primarie, il consumo smodato di energia, la privatizzazione dei beni naturali e i brevetti sul genoma presente in natura fanno parte di un disegno perverso e distruttivo dei potenti sui deboli e sugli affamati.
Si prospettano nuove “guerre giuste” e nuove “missioni umanitarie” in quei Paesi che potranno garantire la produzione alimentare. Oggi per il petrolio, domani per l’acqua e per il cibo.
Le multinazionali e la Banca Mondiale non sono pirati o corsari: stanno sottraendo in modo subdolo a milioni di persone deboli ciò che la natura ha messo a disposizione di tutti.
E’ probabile che qualcuno giochi anche a fare Dio ma è certo che i potenti giocano a fare soldi. Ribelliamoci!
Gianfranco Corgiat Loia
Nessun commento:
Posta un commento