martedì 17 gennaio 2012

L’ipocrisia è un male che va combattuto


Sono stato in vacanza qualche giorno in Francia e questo post ha preso forma da una spesa al supermercato della Maurienne.
Reparto frutta e verdura. Prezzi da capogiro. Clementine della Corsica a 4 euro e 50. Clementine spagnole a 2 euro e 30. A Bardonecchia le clementine italiane si trovano a 2 euro e a Torino (110 Km di distanza!) a un euro e 20 centesimi.
C’è qualcosa che non va nella rete distributiva o l’autarchia francese concede deroghe soltanto agli spagnoli?
Cerco i guanti di plastica per prendere la frutta. Non ci sono. Capisco che l’Europa non c’entra e che la stupidità è tutta italiana. Le mele, fino al supermercato, si possono raccogliere da terra, prendere con le mani sporche, depositare all’aperto alla portata di uccelli con disturbi intestinali ma guai a chi non mette il guanto nel supermercato. Se questa non è ipocrisia bisognerebbe concludere che le mani dei profumati cittadini italiani sono più sporche e pericolose delle mani degli agricoltori e dei commercianti.
Tutte le volte che vado in Francia dimentico che il caffè italiano non ha uguali.Anche questa volta, ci sono cascato ma, con grande sorpresa, ho trovato una zuccheriera da cui prelevare il cucchiaino e mezzo di zucchero. E le bustine? Ho capito che sono una invenzione dell’industria e che la produzione italiana tiene conto del consumo e dello spreco (se basta un cucchiaino si butta il resto nella spazzatura). L’igiene non c’entra!
Mentre penso a questo vedo una “bolulangerie” e sento un delizioso profumo di pane. Dalla vetrina si vede un trionfo di baguettes. Dalla porta del negozio escono tutti con il pane sotto l’ascella, comprato a numero, non a peso, avvolto da un lato in un pezzo di carta e libero dall’altra per poterlo sbocconcellare mentre si torna a casa. Ancora tiepido, croccante, invitante. Non si arriva mai a casa con la spesa integra.
Penso ai filoncini di pane di molti nostri supermercati. Chiusi in buste di plastica, ottenuti da impasto surgelato, pesanti e, forse per questo, venduti a peso. L’agroalimentare italiano ha prodotti eccellenti ma possiamo migliorare! 
E’ già difficile rispettare le norme comunitarie, perché complicarsi ulteriormente la vita? Essenzialità. E’ una parola che bisognerebbe rispolverare per contrastare la burocrazia complicativa che foraggia un esercito di consulenti, di avvocati e di controllori più o meno qualificati.
La confortevole casa francese, posta ai piedi di 150 Km di piste da sci e presa in affitto per una settimana ad un prezzo molto interessante, aveva caloriferi elettrici, piastre di cottura elettriche, lavastoviglie, lavatrice, asciugatrice elettrica. Il consumo energetico è incluso nell’affitto.
Non lontano (meno di 100 Km di distanza) c’è una centrale nucleare, una di quelle da cui l’Italia compra energia elettrica a caro prezzo. Corriamo gli stessi rischi dei francesi ma non abbiamo gli stessi vantaggi. Anche questa è ipocrisia.
Per questo sogno un Paese diverso. Un Paese dove le regole sono essenziali, tutelano i diritti ma lasciano libere le scelte. Un Paese dove lo Stato è credibile, dove conta la sostanza e non l’adempimento formale, dove il deterrente per chi sbaglia non è il costo dell’avvocato ma la sanzione o la condanna, dove gli sforzi della pubblica amministrazione sono orientati alla tutela dei diritti collettivi e non solo all’autotutela dei funzionari, dove ci sia consapevolezza dei rischi e non l’ipocrisia del rischio zero che alimenta periodicamente ed inevitabilmente finte emergenze. Un Paese dove le tasse restituiscono servizi e garanzie, non corruzione e malaffare.
Un mio caro amico dell’alta Val di Susa, disoccupato (forse anche a causa dei blocchi dei no-TAV) ha cominciato da qualche settimana a vendere frutta fresca in Francia e le buone clementine italiane piacciono come quelle della Corsica. Forse non è proprio “filiera corta” ma non è più lunga di quella spagnola e dà da mangiare ad un italiano. 
E’ un anno nuovo. Bisogna avere speranza, il vento cambia, spesso in modo inaspettato, porta via le nuvole e torna il sereno. Sulle piste da sci francesi è andata così.

Buon anno.
Gianfranco Corgiat Loia


    

Nessun commento:

Posta un commento